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CREDITI DETERIORATI (NPL)

  nicola.parrinello
  26 Mag, 2021
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NPL

Uno dei termini più citati in questi mesi di difficoltà bancarie è Npl, acronimo che esprime la locuzione inglese “non performing loans”. Una categoria che ne comprende diverse, con diverso grado di deterioramento

NPL, termine traducibile in italiano con “crediti deteriorati”, evidenzia crediti la cui riscossione, da parte delle banche, è diventata incerta. Non solo per quanto riguarda il rimborso totale, ma anche per la parte relativa agli interessi. I crediti non performanti sono generalmente il risultato di una situazione economica avversa, ma spesso anche di una inefficiente fase di valutazione del creditore. Una fattispecie che nel sistema italiano ha spesso rappresentato - in alcuni casi particolari - la regola. Per il comparto bancario italiano il totale dei “non performing loans” ha infatti raggiunto livelli imponenti. Secondo le più recenti stime del Fondo Monetario Internazionale gli istituti di casa nostra hanno in pancia 350 miliardi di crediti deteriorati, un terzo circa del totale del sistema europeo.

 

NPL: LE CATEGORIE DI CREDITI DETERIORATI

Il termine non performing loans, Npl (o crediti deteriorati) individua però una classe decisamente ampia di attività. All’interno di essa si trovano crediti con un diverso grado di deterioramento. In applicazione del regolamento UE 227/2015 la Banca d'Italia ha previsto una nuova classificazione degli attivi deteriorati. Con questa nuova classificazione le precedenti nozioni di crediti incagliati e di crediti ristrutturati sono state abrogate. Scendendo più nel dettaglio si trovano:

  • esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate;
  • inadempienze probabili;
  • sofferenze

Le esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate sono esposizioni, diverse da quelle classificate tra le sofferenze o le inadempienze probabili, che sono scadute e/o sconfinanti da oltre 90 giorni e superano una prefissata soglia di materialità.

            Le UNLIKELY TO PAY (UTP) sono crediti per i quali la banca giudichi improbabile che, senza il ricorso ad azioni quali l’escussione delle garanzie, il debitore adempia integralmente alle sue obbligazioni creditizie. Quando si parla di non adempienze ci si riferisce sia al capitale che agli interessi (o a entrambi). Solitamente si tratta di crediti di aziende finite in difficoltà. Tuttavia questa categoria di esposizioni possono ancora essere riportati in bonis, grazie a interventi mirati.

Nella categoria dei crediti in sofferenza, quella più grave per l’istituto bancario, finiscono tutte le attività che la banca vanta verso soggetti debitori che si trovano in stato d'insolvenza o in situazioni sostanzialmente equiparabili, indipendentemente dalle eventuali previsioni di perdita formulate dalla banca. Non è necessario che questo status di non solvibilità sia accertato giudizialmente.

 

Accanto alle precedenti tipologie di non performing loans le autorità di vigilanza europea hanno introdotto un'ulteriore definizione, quella di crediti oggetto di concessione (forborne exposures). Si tratta di crediti (non solo deteriorati ma anche in bonis) oggetto di concessioni (in inglese "forbearance") da parte della banca. Tali concessioni (ad esempio una riduzione del tasso di interesse del finanziamento oppure un allungamento della durata del finanziamento) costituiscono delle modifiche alle originarie condizioni contrattuali della linea di credito che la banca concede all’impresa cliente. Tali misure di forbearance possono essere:

  • forborne performing exposures, se riguardano clienti performing in difficoltà finanziaria,
  • non performing exposures with forbearance measures, se riguardano clienti classificati in stato di deterioramento.

La definizione di “forborne” non sostituisce le esistenti categorie di attività deteriorate, ma si pone come strumento informativo addizionale.

 

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